Pancia gonfia: i probiotici giusti
Per rimettere in sesto un intestino in disordine, si può ricorrere a questi integratori. Scopri i più efficaci in base al tipo di disturbo
Anche le persone magre lamentano spesso la pancia gonfia. Tensione addominale, meteorismo (l’imbarazzante emissione di gas intestinali), alternanza di stipsi e diarrea, sensazione di non aver evacuato completamente e piccoli disturbi post-pranzo affliggono ben il 60% degli italiani, che spesso si affidano agli integratori per riequilibrare la flora intestinale.
In effetti il microbiota, cioè l’insieme di batteri, virus, funghi, lieviti e protozoi che popolano le mucose intestinali, è importantissimo per il benessere dell’intestino e gioca un ruolo fondamentale nell’assorbimento degli alimenti, nella sintesi di vitamine e aminoacidi e nella regolazione di tutto il sistema immunitario.
Per “sgonfiare” la pancia può essere dunque corretto ricorrere ai probiotici, microorganismi vivi che, somministrati in quantità adeguata (almeno 4 milioni di UFC, cioè unità formanti colonia, a dose) compensano le alterazioni del microbiota dovute a stress, infezioni, farmaci, intolleranze, diete incongrue, alcolici e cibi-spazzatura. Ma è fondamentale scegliere i ceppi batterici di cui si ha davvero bisogno, a seconda del disturbo di cui si soffre.
1. SE HAI SPESSO LA DIARREA
In questo periodo sono frequenti gli attacchi dei Rotavirus, virus parainfluenzali piuttosto aggressivi che provocano gastroenteriti caratterizzate da diarrea, nausea, pancia gonfia e, a volte, febbre.
«Al di là degli episodi infettivi acuti molte persone soffrono di diarrea cronicamente, perché affette dalla cosiddetta sindrome del colon irritabile, un’ipersensibilità della mucosa intestinale dovuta spesso allo stress», spiega il dottor Francesco Avaldi, medico omeopata esperto in nutrizione dello sport a Lodi.
«Non dimentichiamo che l’intestino è il nostro secondo cervello, per le complesse funzioni neurovegetative che svolge». Come porre freno alla diarrea?
Oltre a idratarsi abbondantemente e seguire una dieta liquida, a base di spremute, passati di verdura, brodi di carne o vegetali, nella fase acuta è bene assumere per una decina di giorni il Lactobacillus Rhamnosus, un probiotico che recenti studi (tra cui quello pubblicato nel dicembre del 2014 sull’International Journal of Food Science and Technology) hanno indicato come il più efficace per regolarizzare la peristalsi intestinale.
«Anche chi soffre di colon irritabile dovrebbe assumere il Lactobacillus Rhamnosus a cicli di 10-15 giorni (intervallati da altrettanti giorni di sospensione) per lunghi periodi, finché non migliora la situazione », conclude l’esperto.
2. SE SOFFRI DI STITICHEZZA
Il gonfiore tipico di chi non riesce a evacuare con regolarità può essere segnalato dalla pancia dura come un tamburo oppure trattabile ma piena di gas intestinali dovuti al ristagno fecale.
«In questi casi, oltre a bere di più (almeno un litro e mezzo di acqua al giorno) e a praticare attività fisica per risvegliare la peristalsi intestinale è opportuno assumere per almeno 3 mesi il Lactoacillus Casei, un probiotico che risveglia la motilità intestinale e che può offrire un valido aiuto per il riequilibro del microbiota», spiega il dottor Avaldi.
Per risolvere definitivamente il problema è però fondamentale imparare a tenere a bada lo stress. «La stipsi è spesso dovuta a una contrattura cronica del cingolo pelvico, quell’insieme di muscoli (come il trasverso, il retto addominale e l’ileo-psoas) che a loro volta fanno contrarre le anse intestinali, bloccando la peristalsi.
Ognuno deve trovare la “sua” attività antistress: yoga, meditazione, musicoterapia…», spiega l’esperto.